Rapporto Uomo Natura

Spirito e Materia

Molti avversari del marxismo insistono su una sua presunta negazione degli aspetti spirituali, morali ed etici dell' essere umano. In realtà il marxismo non sostiene che essi non esistano, quanto piuttosto che siano un prodotto della condizione materiale. Il materialismo, in pieno accordo con le scienze naturali, considera come dato primordiale la materia e come dato secondario la coscienza, il pensiero, la sensazione; poiché la sensibilità è connessa, in una forma chiaramente espressa, unicamente alle forme superiori (materia organica), scrive Lenin in Materialismo ed Empirio-criticismo. Lo spirito è secondario rispetto alla materia, nel senso che non può esistere coscienza senza materia, mentre esiste materia senza coscienza. Il pensiero non è dunque qualcosa al di fuori della natura, qualcosa di estraneo creato dall'esterno, ma è la forma massima di organizzazione a cui la materia giunge dopo un'evoluzione durata miliardi di anni.

Il marxismo, eliminando le contraddizioni tra pensiero e materia e tra natura e specie umana, ricostituisce l'unità reale del mondo consistente nella sua materialità (Engels, Anti-Dühring). Supera ogni interpretazione filosofica o religiosa precedente, toglie l'uomo dalla condizione di strumento inconsapevole di volontà altrui e lo colloca all'interno della natura nel posto che gli compete: come materia pensante evolutasi al punto tale da riuscire col proprio intervento cosciente a trasformare la natura stessa.

Il lavoro separa la specie umana dalla sfera animale

"Il lavoro è la fonte di ogni ricchezza, dicono gli studiosi di economia politica. Lo è, accanto alla natura, che offre al lavoro la materia greggia che esso trasforma in ricchezza. Ma il lavoro è ancora infinitamente più di ciò. È la prima, fondamentale condizione di tutta la vita umana; e lo è in vero a tal punto, che noi possiamo dire in un certo senso: il lavoro ha creato lo stesso uomo ( ... ) le operazioni alle quali i nostri antenati impararono ad abituare la loro mano, a poco a poco, nel corso di molti millenni, non possono essere state all'inizio se non molto semplici ( ... ) perchè si arrivasse al momento in cui il primo ciottolo fu lavorato dalla mano dell'uomo fino ad essere trasformato in coltello, possono essere trascorse epoche di lunghezza tale che al confronto l'epoca storica a noi nota può apparire insignificante. Ma il passo decisivo era compiuto: la mano era diventata autonoma e poteva ora acquistare una crescente destrezza: la maggiore scioltezza così acquistata si trasmise e si accrebbe di generazione in generazione. La mano non è quindi soltanto l'organo del lavoro: è anche il suo prodotto. ( ... ) D'altro lato, lo sviluppo del lavoro ebbe come necessaria conseguenza quella di avvicinare di più tra loro i membri della società, aumentando le occasioni in cui era necessario l'aiuto reciproco, la collaborazione, rendendo chiara a ogni singolo membro l'utilità di una tale collaborazione. Insomma: gli uomini in divenire giunsero al punto in cui avevano qualcosa da dirsi. Il bisogno sviluppò l'organo ad esso necessario: le corde vocali, non sviluppate, della scimmia, si andarono affinando, lentamente ma sicuramente, abituandosi a una modulazione sempre più accentuata; la bocca e gli organi vocali impararono a poco a poco a emettere una sillaba articplata dopo l'altra ( ... ) in primo luogo il lavoro, dopo di esso e con esso il linguaggio: ecco i due stimoli più essenziali sotto la cui influenza il cervello di una scimmia si è trasformato gradualmente in un cervello umano (. .. ) Sono certamente trascorsi centinaia di migliaia di anni (non più, per la storia della terra, di quel che sia un secondo per la vita umana) prima che dai branchi di scimmie arrampicatrici venisse fuori una società di uomini. Ma alla fine essa si trovò formata. ( ... ) L'uomo imparò a vivere sotto ogni clima, così come imparò a mangiare tutto ciò che era commestibile ( ... ) per l'azione congiunta della mano, degli organi vocali e del cervello, che esercitò la sua influenza non soltanto su ogni singolo individuo, ma anche sulla società, gli uomini divennero capaci di compiere operazioni sempre più complicate, di proporsi mete sempre più elevate e di raggiungerle. ( ... ) Alla caccia e alla pesca seguì l'agricoltura, a quest'ultima la filatura e la tessitura, la lavorazione dei metalli, la ceramica, la navigazione. Insieme al commercio e all'industria comparvero infine l'arte e la scienza; dalle "genti" vennero fuori le nazioni e gli Stari. Si svilupparono il diritto e la politica, e con essi si sviluppò il riflesso fantastico delle cose umane nella mente umana: la religione"

Friederich Engèls, Dialettica della Natura