Marx e Darwin

Marx e Darwin

Wilhelm Liebknecht racconta che Karl Marx, pur impegnato nei suoi studi economici, seguiva ogni nuova pubblicazione nel campo della scienza della natura, anche se questo compito specifico spettava ad Engels.

L'origine della specie di Charles Darwin (1809-1892) è pubblicato il 24 novembre 1859; pochi giorni dopo Engels scrive una lettera entusiasta a Marx: il Darwin che sto appunto leggendo è proprio stupendo. Per un certo aspetto la teleologia non era stata ancora sgominata, e lo si è fatto ora. E poi non è stato ancora mai fatto un tentativo così grandioso per dimostrare uno sviluppo storico nella natura, o almeno non così felicemente (11 o 12 dicembre 1859). E Marx: ho letto ( ... ) il libro di Darwin sulla natural selection. Per quanto svolto grossolanamente all'inglese, ecco qui il libro che contiene i fondamenti storico-naturali del nostro modo di vedere (ad Engels, 19 dicembre 1860); e ancora: molto notevole è l'opera di Darwin, che mi fa piacere come supporto delle scienze naturali alla lotta di classe nella storia. Naturalmente bisogna accettare quella maniera rozzamente inglese di sviluppare le cose. Ma, nonostante tutti i difetti, qui non solo si dà per la prima volta il colpo mortale alla 'teleologia' nelle scienze naturali, ma se ne spiega il senso razionale in modo empirico (a Lassalle, 16 gennaio 1861).

La considerazione per l'opera di Darwin spinge Engels a citarlo nell'orazione funebre in onore di Marxi: così come Darwin ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana. Si tratta di una similitudine meditata e profonda. La scoperta di Charles Darwin segna una rivoluzione nella concezione della natura organica: in primo luogo perché demolisce la fissità delle specie che finalmente sono viste nel loro nascere, evolversi, ed estinguersi; poi perché le leggi che regolano il nascere, l'evolvere e il morire delle varie forme di vita, eliminano ogni arbitrarietà da questa evoluzione.

La scoperta fondamentale di Marx ha le stesse caratteristiche per quanto riguarda le specie sociali. Avere scoperto la legge di sviluppo della storia umana consente di affrontare in modo scientifico lo studio della società, proprio come si potrebbe studiare una specie biologica: di fronte ad una specie da studiare, il biologo non si affida a giudizi di valore (questa caratteristica è buona, quella è cattiva), né pensa a come sarebbe migliorabile. Così prima di Marx si esprimevano per lo più opinioni sulla società, proponendo ad arbitrio modifiche o correzioni, ma egli può affrontare la questione da scienziato: com'è evoluto il capitalismo dalle specie sociali che l'hanno preceduto? Quale nuova specie sociale originerà dalle pressioni evolutive che il capitalismo subisce?

La scoperta del plusvalore di Marx consente di spiegare scientificamente il concetto di sfruttamento e di rivolgere una critica al capitalismo su basi non moralistiche; in tal modo si giunge alla conclusione che la specie capitalismo non è il punto finale dell'evoluzione sociale (nell'evoluzione ci sono stadi, non punti d'arrivo) e che la stessa legge che ha guidato il suo nascere e il suo sviluppo spinge nella direzione del comunismo. Per negarlo, la classe dominante deve rinunciare a studiare scientificamente la società, andando alla ricerca di leggi economiche eterne e immutabili, valide nei diversi contesti storici; oppure, se riconosce uno sviluppo, deve sostenere la tesi ancora più ardita che il capitalismo ne costituisca il punto d'arrivo insuperabile, che insomma la storia umana sia conclusa.

"Come Darwin mise fine alla concezione secondo la quale le specie animali e quelle vegetali non avevano nessun legame tra loro, erano prodotti del caso, creazioni di Dio, ed erano immutabili - e per la prima volta portò la biologia su un terreno del tutto scientifico, stabilendo la variabilità delle specie e la loro successione - così Marx mise termine alla concezione che considerava la società come un aggregato meccanico di individui (. .. ) e per la prima volta portò la sociologia su un terreno scientifico, stabilendo il concetto di formazione economico sociale come complesso di determinati rapporti di produzione e stabilendo che lo sviluppo di queste formazioni è un prodotto storico naturale".

Lenin, 1894