Note sull'Origine

Giudaismo e cristianesimo

La religione ebraica si forma in un processo di assimilazione di miti e credenze fenicie, assiro-babilonesi, egizie, ittite e indoeuropee. All'interno del vasto movimento migratorio del XII secolo a.c. gli ebrei occupano la Palestina; il potere è nelle mani di un governo teocratico fondato su caste sacerdotali. Nel 568 a.C. inizia la deportazione e la diaspora ebraica, ad opera dei babilonesi prima, e dell'occupazione persiana poi.

Il cristianesimo si separa nettamente dal giudaismo già nel II secolo d.C.; nato come religione delle masse oppresse durante l'Impero Romano, di cui esprime le confuse aspirazioni di riscatto, ben presto attira anche elementi dei ceti più agiati e colti. Nel mondo imperiale romano, quanto più si consolida il potere autocratico, tanto più la religione ufficiale si avviava verso una interpretazione monoteistica della pluralità degli dei. Per questo, dopo una prima fase di persecuzioni, il rapporto tra impero e cristianesimo cambia: da religione perseguitata, esso diventa prima tollerato e poi imposto come nuova religione ufficiale. Nel 311 c'è il primo decreto di tolleranza verso i cristiani, nel 313 l'imperatore Costantino promulga l'editto di Milano; la chiesa cristiana è finanziata dallo Stato e al clero viene concessa l'immunità fiscale.

Engels in Bruno Bauer e il cristianesimo primitivo, sottolinea che Roma, attraverso la sottomissione delle popolazioni conquistate e la loro divisione tra ciues e sudditi e attraverso l'imposizione del diritto e del fisco romani, attua un'azione livellatrice. Crollano le antiche tradizioni locali e crollano le antiche religioni: appena gli dei nazionali non possono più proteggere l'indipendenza e l'autonomia della propria nazione, vanno essi stessi in rovina; in questa generale disgregazione, il cristianesimo si afferma proprio per la sua diversità e la sua universalità: proprio perché rifiutava tutte le religioni nazionali e il cerimoniale ad esse comune e si rivolgeva a tutti i popoli senza distinzione, divenne la prima religione possibile mondiale. Inoltre la coscienza cristiana del peccato, condizione preliminare per la salvezza, attecchisce facilmente tra i seguaci delle vecchie religioni per i quali è familiare l'idea del sacrificio con cui viene placata la divinità offesa. Scrive ancora Engels: è avvenuto così che tra le migliaia di profiti e di predicatori nel deserto che riempirono quell'epoca con le loro innumerevoli riforme religiose, solo i riformatori del cristianesimo hanno avuto successo. Non solo in Palestina, ma in tutto l'Oriente brulicavano tali fondatori di religioni tra cui, si può dire, dominò una lotta darwiniana per l'esistenza ideale. Il cristianesimo vinse principalmente grazie alla maggiore elevatezza dei suoi elementi. E su come esso si sia gradatamente formato sino a diventare religione mondiale, quasi per selezione naturale, ci informa particolareggiatamente la storia della chiesa dei primi tre secoli.

Buddismo

Nasce e si sviluppa nel periodo della schiavitù (VI secolo a.C. - VIII secolo d.C.) nell'India settentrionale, in un piccolo Stato alle pendici dell'Himalaya. Nasce come grande eresia, cioè come movimento religioso staccatosi da una tradizione originaria. La leggenda ne attribuisce l'origine a Siddharta, incarnatosi nel principe Gautama, noto poi come Buddha (lo svegliato). Nato nella prima metà del VI secolo a.C. da una famiglia agiata, sceglie a 29 anni una vita ascetica, fino al momento della rivelazione, che consiste nella scoperta delle cause del dolore e della strada per arrivare alla beatitudine assoluta del Nirvana. Il nuovo movimento religioso, fondato sulla rassegnazione e l'accettazione, rappresenta la base ideologica ideale per la classe dominante, tanto che nel III secolo a.C. il re Osaka, che vuole unificare l'India, accetta di buon grado di convertirsi. In seguito alle invasioni musulmane, il buddismo indiano si riduce ad una piccola area in Nepal.

Confucianesimo

Confucio (551-479 a.C.) è un modesto uomo di Stato che, lungi dal voler fondare una nuova religione, si assume il compito di raccogliere e tramandare il pensiero classico cinese. Gli insegnamenti fondamentali si basano sul rispetto degli anziani e sull'obbedienza verso chi dirige: ogni uomo deve mantenere il posto che ha avuto in sorte per nascita e deve sforzarsi di migliorare moralmente, mentre compito del sovrano è di farsi guidare dal cielo. Fino alla rivoluzione del 1911, il confucianesimo rappresenta la giustificazione ideologica per la forma politica imperiale cinese.

Islamismo

Nei primi secoli dell'impero romano, l'Arabia del sud è abitata da tribù beduine (da cui si staccano poi gli ebrei) e da una popolazione sedentaria concentrata in alcuni centri. Alla Mecca, tra varie divinità locali, è venerato Hubal, in seguito chiamato Allah (l'onnipotente). All'inizio del VII secolo d.C. a causa di una grande crisi economica e guerre, è abbandonata l'antica via carovaniera tra il Mar Rosso e l'Iran e la zona decade. La crisi religiosa trova la sua personificazione in Maometto (nato nel 570 o 571) ex servo pastore e poi diventato un ricco mercante grazie ad un matrimonio vantaggioso. Maometto si ritiene l'ultimo dei grandi profeti, Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Cristo, ed afferma la necessità della sottomissione alla volontà divina. All'origine il suo movimento di riforma religiosa esprime solo la reazione del mondo nomade alla degenerazione della vita cittadina, con il tentativo di tornare a forme di culto più vicine alle aspirazioni degli strati popolari; ma in seguito, nel predicare lo sterminio degli infedeli che resistono alla predicazione, diventa un potente programma di unificazione religiosa e politica di tutto il mondo arabo.